Capita spesso che i luoghi dove siamo cresciuti li apprezziamo col tempo, dopo averli lasciati per vivere altrove e viaggiare lontano. Soprattutto quando la terra è una regione come le Marche, dove la bellezza ama nascondersi nei vicoli di un borgo appartato, nel dipinto di una chiesa dell’entroterra, nella perfezione di un piatto cucinato con semplice cura.

Dopo anni trascorsi a documentare destinazioni remote, esotiche, più o meno estreme, tornare a visitare la terra dove sono nata assume i contorni di un viaggio sentimentale. Le Marche sortiscono in me l’effetto di un’antica novità, in particolar modo oggi, grazie a una generazione di creativi e imprenditori, locali e non, che hanno deciso di scommettere su questo territorio poco mondano e lontano dai riflettori di destinazioni ben più osannate.

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E se Tolentino vale il viaggio per assaggiare i menù di Entiana, vale anche un soggiorno tra le stanze di Interno Marche, molto più di un semplice albergo, piuttosto un viaggio attraverso 60 anni di design, ambientato nella villa liberty che è stata la storica sede dell’azienda Nazareno Gabrielli e di Poltrona Frau.

Un progetto che rende omaggio alla città stessa, considerata uno dei centri della storia industriale del design italiano. A un anno dalla sua apertura, l’albergo, disegnato dagli architetti locali di Ora Studio, è diventato una destinazione. Una mecca per gli appassionati di design, che raggiungono la città marchigiana anche per visitare il Museo di Poltrona Frau e il nuovo Teatro Politeama, entrambi firmati dall’architetto Michele De Lucchi.

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